Non sussiste una sopravvenienza attiva di costi risultanti dal bilancio per il solo fatto che la società non abbia ancora ricevuto le fatture, posto che tale considerazione tende a contestare l'esistenza in sì del costo in modo non compatibile con la corretta applicazione della previsione di cui all'art. 88 del TUIR. Nel caso di specie, si trattava di sopravvenienze attive proprie, ossia:
- ricavi o altri proventi conseguiti a fronte di spese, perdite od oneri dedotti o di passività iscritte in bilancio in precedenti esercizi;
- ricavi o altri proventi conseguiti per ammontare superiore a quello che ha concorso a formare il reddito in precedenti esercizi;
- sopravvenuta insussistenza di spese, perdite od oneri dedotti o di passività iscritte in bilancio in precedenti esercizi. Pertanto, nel caso di una posta passiva iscritta in un determinato bilancio, ma inesistente perché documentata da atti o fatture false materialmente o ideologicamente o giuridicamente non dotate dei requisiti formali per essere portate in deduzione, la circostanza che i bilanci degli esercizi successivi siano indirettamente influenzati dalla falsità o insussistenza della perdita o passività già iscritta nulla toglie al fatto oggettivo che gli effetti tributari della passività indebitamente iscritta si siano già realizzati in relazione all'esercizio in cui la perdita è stata rilevata (nel caso di specie contribuendo alla diminuzione del risultato d'esercizio imponibile).
Massima redatta a cura del Ce.R.D.E.F.