Sentenza del 12/04/2010 n. 8651 - Corte di Cassazione - Sezione/Collegio Sezione lavoro

Massime

RISCOSSIONE - SOGGETTI PASSIVI - ISCRIZIONE IN ELENCHI NOMINATIVI ESERCENTI ATTIVITÀ COMMERCIALE - NON APPLICAZIONE DELL'ART 2729 CC - ESCLUSIONE

E' legittima la cartella di riscossione relativa ad omesso pagamento di contributi scaturenti da una iscrizione in elenchi nominativi di esercenti attività commerciali poiché vige la presunzione semplice- ex art.2729 cc.- di esrcizio di attività se dal contribuente non viene dimostrato il contrario.


Sentenze in tema

Altre sentenze aventi potenziale rilevanza sul tema.

In materia di contenzioso tributario, nella controversia avente ad oggetto la liquidazione, in base alla procedura di controllo automatico, d'IVA, IRAP e ritenute alla fonte, dovute da una società di persone e risultanti dalla dichiarazione dei redditi, i soci non sono litisconsorti necessari, atteso che l'atto impugnato non comporta alcuna rettifica dei redditi della società e conseguentemente neanche di quelli dei soci, per cui si pone solo una questione di solidarietà passiva ex art. 2313 c.c.

Massima tratta dal CED della Cassazione.

In tema di accertamento delle imposte sui redditi ai sensi del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, artt. 32 e 39, i dati raccolti dall'Ufficio in sede di accesso ai conti correnti bancari di un lavoratore autonomo consentono, in virtu' della presunzione contenuta nella detta normativa, di imputare gli elementi da essi risultanti direttamente a ricavi dell'attivita' di lavoro svolta dal medesimo, salva la possibilita' per il contribuente di provare che determinati accrediti non costituiscono proventi della detta attivita'. *Massima redatta dal servizio di documentazione economica e tributaria

La sentenza della Corte Costituzionale n. 42 del 1980, che ha dichiarato l'illegittimita' costituzionale dell'assoggettamento ad ILOR dei redditi di lavoro autonomo non assimilabili a reddito di impresa, non spiega effetto nei confronti del contribuente nei cui confronti, alla data del giorno successivo alla pubblicazione della sentenza stessa, sia gia' maturato il termine di decadenza previsto dall'art. 38, primo comma, del d.P R. 29 settembre 1973 n. 602, norma questa astrattamente applicabile a tutte le ipotesi di avvenuto versamento con autorizzazione per le quali il contribuente adduca inesistenza dell'obbligo di versamento (sia che esso derivi da vizi inerenti alle modalita' di riscossione dell'imposta, sia che derivi da addotta insussistenza di obbligazione tributaria).

Il ricorso a presunzioni al fine di individuare il momento della percezione di un reddito deve ritenersi legittimo in quanto conforme con il criterio generale posto dall'art. 2727 del COD CIV. Nel caso di specie, si presume che i crediti professionali vengano saldati subito dopo la prestazione pertanto, il contribuente, qualora voglia resistere alla pretesa tributaria e' tenuto a fornire prova di un fatto costitutivo (percezione di un reddito in un periodo diverso o il verificarsi di fatti impeditivi) e non la inesistenza di fatti estintivi (c.d prova negativa)

In tema di controlli sulle dichiarazioni tributarie, il ricorso all'iscrizione a ruolo diretta della maggior imposta emersa in sede di controllo ex art. 36-bis del D.P.R. 600/73 è legittima solo laddove il dovuto sia determinato sulla base di un mero controllo cartolare o derivi dalla correzione di errori materiali o di calcolo.

Non è invece consentito in tutti quei casi in cui sia necessaria la valutazione o la risoluzione di questioni giuridiche che implicano, dunque, l'esercizio del potere di accertamento.

Ne discende che non è legittima la cartella con la quale venga richiesto il versamento di una maggiore imposta derivante dal disconoscimento di perdite pregresse riportate in dichiarazione e contestate dall'AF in ragione dell'omessa presentazione della dichiarazione relativa ad un periodo d'imposta intermedio.

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